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Siamo lieti di poter comunicare che nella ormai consolidata collaborazione con l’associazione Fili Intrecciati di Monteroni d’Arbia, e grazie all’adesione anche dell’Inclita ed Insigne Compagnia di San Galgano, dell’Associazione Amici della Madonna delle Grazie e della Parrocchia Propositura di San Michele Arcangelo in Chiusdino, siamo riusciti a raggiungere e superare l’obiettivo che ci eravamo posti con il progetto “Pane sotto le bombe”.

Il conflitto in medio oriente ci ha spinto a fare un ulteriore sforzo per tamponare un’emergenza che rischia di diventare catastrofe. Gli sfollati dal sud del Libano sono decine di migliaia e i paesi che si trovano ad accogliere questi fratelli sono già segnati da anni di povertà e di difficoltà economiche. Non potevamo, quindi, tergiversare e restare inermi … DOVEVAMO INTERVENIRE SUBITO.

Mentre la Casa Reale di Ghassan in tutto il mondo sta collaborando con la Caritas per garantire i pasti a mille famiglie, noi stiamo inviando direttamente a padre Elias – che a Jezzin è il responsabile della Caritas del territorio – oltre 2100€ dalle donazioni che abbiamo ricevuto.

Con il progetto precedente, che abbiamo completato a Giugno, chiudiamo dunque il 2024 con oltre 8.400 euro devoluti alla popolazione libanese con progetti di sostegno a Beirut e Jezzin, di cui 5.200 provengono dall’impegno nella raccolta fondi della Commenda per l’Italia del Nostro Ordine.

Domenica scorsa, insieme e grazie agli amici di Fili Intrecciati, abbiamo avuto la possibilità di collegarci in videoconferenza con Padre Elias, da Jezzin, unendo così virtualmente le nostre realtà e potendo dare a Padre Elias ed alle persone che operano con lui un volto ai segni concreti di vicinanza e di speranza.

È stato un momento di grande emozione e siamo onorati di aver potuto farne parte! Abbiamo ascoltato le loro difficoltà e le loro necessità, ma abbiamo anche potuto toccare con mano la loro forza d’animo, la loro voglia di continuare a lottare per le loro famiglie e per la loro splendida patria per ricostruire la pace che avevano in passato, per tornare a quello stato d’animo che, con l’avvento dell’indipendenza nel 1943, caratterizzò una generazione libanese ambiziosa e decisa a non essere più una mera spettatrice.

La Caritas di Jezzin, guidata da Padre Elias, ha assistito ed assiste migliaia di persone che durante questo conflitto hanno perso tutto e hanno visto i propri paesi distrutti. Oggi, con l’inverno, nei borghi di montagna come Jezzin il freddo intenso si fa sentire e manca anche il gasolio per riscaldarsi e la Caritas continua la sua opera perché ancora è molto difficile rientrare nei propri villaggi e chi riesce a farlo deve ricominciare da zero e ricostruire non solo le case, ma anche il tessuto di intere “comunità” demolite.

Abbiamo cercato di fare del nostro meglio per aiutare questi nostri fratelli in grave difficoltà, e cercheremo di continuare a farlo per mantenere viva la speranza ed aiutarli a ricostruire la pace.

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